Lunghezza

24,5km

Ascesa

370m

Discesa

370m

Quota Massima

400m

Percorrenza

6h

Difficoltà

Facile

Itinerario


1

Ispra

2

Ranco

3

Angera

4

Oasi della Bruschera

5

Taino

6

Sesto Calende


Fondo


Asfalto


Sterrato


Sentiero

Questa tappa del giro parte da Capo Fornaci, a Ispra, e va ad imboccare la Passeggiata dell’Amore: una lunga passerella a pel d’acqua, suggestiva e frequentatissima nella bella stagione. Proseguiamo così fino al lido di Ispra.
Continuiamo sul piacevole lungolago, superando una fontanella solforosa e raggiungendo il muro di cinta di Villa Quassa, che ci costringe ad allontanarci dal lago. Poco dopo raggiungiamo l’ingresso maestoso della villa e continuiamo a costeggiarene il muro di cinta. Continuiamo fino a riavvicinarci al Maggiore, per continuare sul lungolago di Ranco, che costeggia il golfo della Quassa. Qui incontriamo il monumento naturale del Sasso Cavallazzo (o Cavallaccio, o ancora Sass Cavalàsc in dialetto): un masso erratico che affiora dall’acqua bassa del golfo e ricorda, nella forma, una testa equina.
Nuovamente ci allontaniamo dallo specchio d’acqua e ritroviamo un tratto asfaltato. Passiamo dal molo di Ranco, per poi risalire via al lago e giungere ai piedi del monte San Quirico e procedere fino alla cima, con la chiesetta di San Quirico.
Procediamo finché in alto, alla nostra destra, avvistiamo la splendida rocca di Angera, poi continuiamo tra le case del centro fino allo splendido parco del lungolago di Angera.
Attraversiamo il prato, con lo sguardo verso l’isolino Partegora, al centro del golfo di Angera, e l’oasi della Bruschera, che costituisce la sponda opposta. Alle nostre spalle possiamo ammirare la rocca, sopraelevata a mo’ di vedetta sull’abitato e sul lago.
Ci manteniamo tra l’abitato e la vegetazione lacustre fino ad entrare nell’oasi della Bruschera. Procediamo nell’area umida, svoltando a destra per esplorarla con un piccolo giro. Qui, nel 1776, Alessandro Volta scoprì le proprietà dell’aria infiammabile delle paludi, ovvero il metano.
Camminiamo poi per un lungo tratto in un’area agricola, tra campi e piccole aree boscate, fino ad attraversare la SP69 per imboccare una sterrata nel bosco, che ci conduce all’ingresso della vecchia Polveriera di Taino.
Proseguiamo ancora nel bosco, fino al Sass de Preja buia.
Siamo circondati dal bosco e, tra poco, dai campi, ma ci troviamo già alle porte di Sesto Calende. Continuiamo fino alla strada, oltre la quale sorge la bella chiesetta di San Vincenzo. Da qui procediamo su asfalto fino a raggiungere la bella Abbazia di San Donato, a Sesto Calende. Proseguendo ancora dritto possiamo raggiungere la stazione ferroviaria e quella parte di centro abitato che si affaccia sull’acqua. Ma attenzione, da questo punto, non si tratta più del lago maggiore, bensì del fiume Ticino, suo emissario.

Le fornaci di Ispra
La tradizione estrattiva del calcare nella provincia di Varese è antica e diffusa su buona parte del territorio. A Ispra sono ancora visibili cinque fornaci, collocate su di un promontorio roccioso che prende il nome proprio da questi edifici. Si tratta di forni collocati generalmente a pochi passi dal lago dove venivano caricati i barconi che navigavano poi fino a Milano (rifornendo anche la Fabbrica del Duomo).
A testimonianza di questa attività, oltre alle fornaci, rimangono le spaccature bianche sui fianchi delle colline, i segni, lungo buona parte della sponda, lasciati dall’attività estrattiva. Le cave moderne furono aperte intorno a metà Ottocento. Qui i minatori estraevano il calcare, una roccia sedimentaria, che poi veniva spezzato e smistato a seconda della qualità e trasportato su rotaia. Una volta giunto ai forni, il minerale veniva cotto a circa 1000 gradi, e si otteneva la calce, un materiale utilizzato sin dall’antichità per la realizzazione di ceramiche e in campo edile, ma anche come disinfettante e concime in agricoltura e nel processo di conciatura della pelle.
Agli inizi del Novecento le fornaci di Ispra producevano la gran parte del materiale necessario alle costruzioni nel milanese e nel Piemonte orientale. Dalla prima metà del Novecento l’avvento di materiali moderni, come il cemento, portò al declino di questa attività e allo spegnimento graduale dei forni, l’ultimo dei quali venne fermato nel 1960.



Angera
Questa località è conosciuta comunemente per la bella rocca, ma forse non tutti sanno che ad Angera sono state ritrovate le più antiche testimonianze della presenza umana in territorio varesino, risalenti a circa 15.000 anni fa e che in età romana fu un importante scalo commerciale lungo le vie d’acqua a cavallo delle Alpi.
La storia di Angera dal Paleolitico all’età romana è raccontata molto bene all’interno del museo archeologico, ospitato nel quattrocentesco Palazzo del Pretorio, dove si trovano diversi reperti preistorici, gioielli celtici, monete, chiavi, ceramiche e vetri, offerte trovate nella necropoli romana, statue, urne e altari, e addirittura alcune pagnotte perfettamente conservate, dalle quali è stato possibile ricavare l’antica ricetta, che ora viene utilizzata da un panificio del centro.
Il museo comprende anche il MABA, Museo Archeologico dei Bambini – Angera, ed è completo di didascalie in Braille e Descrivedendo, di spiegazioni per immagini e di numerose repliche tattili dei reperti e fa parte del museo diffuso di Angera, che include 57 siti distribuiti per la città e costituisce un ottimo modo per esplorare l’area circostante.
La famosa Rocca di Angera domina il centro abitato e la sponda lombarda del lago dall’alto di uno sperone roccioso. Fu proprietà dei Visconti, originari del Verbano e nel 1449 passò ai Borromeo, ai quali appartiene ancora oggi.
È circondata dai giardini medievali e, al suo interno, si possono visitare le sale storiche, il museo della Bambola e del Giocattolo, (il più grande d'Europa) e l’Ala Scaligera, dedicata ad esposizioni di arte contemporanea.



Il Sass de Preja buia
L’area del basso lago e di Sesto Calende ha avuto per diversi secoli un’importanza strategica notevole, dato che costituisce un crocevia per i commerci e gli spostamenti tra l’area del milanese e le acque del Verbano, dunque è naturale che qui si concentrino diverse testimonianze, lasciate dalle civiltà che qui hanno abitato, dalla preistoria ad oggi.
Tra queste, ce n’è una che ha catturato la nostra attenzione (e non solo). A pochi passi dal centro di Sesto Calende, appena lasciata l’area urbana per entrare nel bosco, si trova un complesso megalitico che riporta a una storia antichissima. Il Sass de Preja Buia, monumento naturale regionale il cui nome di origine dialettale potrebbe significare “pietra buia, scura†ma anche “bucataâ€, è un masso erratico di serpentino dal colore verdastro, proveniente dall’area ossolana e di epoca quaternaria, accanto al quale si trovano altri due massi erratici di dimensioni minori.
Su questi blocchi di pietra sono incisi in più punti da petroglifi simbolici e coppelle che suggeriscono si trattasse di un complesso religioso di epoca preistorica. Sembra che, nello specifico, il luogo fosse dedicato a rituali legati alla fertilità e alla maternità e che questa funzione sia stata tramandata nella storia fino ad epoche relativamente recenti, entrando nelle leggende della tradizione locale.
A riprova della valenza sacrale dell’area, a pochi metri dal complesso megalitico sorge il piccolo oratorio di San Vincenzo (che custodisce un affresco dedicato proprio alla natività), inoltre, alcuni scavi archeologici recentissimi (sono iniziati nel 2024), effettuati nei campi accanto all'oratorio, hanno riportato alla luce l’abside di una chiesa, un altro edificio monumentale di epoca precedente e un’altra struttura.

Attualmente non ci sono strutture convenzionate o amiche.
Ti consigliamo quindi di utilizzare i più svariati siti di prenotazione on-line per prenotare i tuoi pernottamenti.

Ispra:
stazione ferroviaria, collegamento da/per Laveno e Sesto Calende tramite bus gestiti dalle ferrovie
Autobus, linea N18 N20 con collegamenti da/per Laveno, Varese, Angera, Sesto Calende e Milano.
In battello

Sesto Calende:
stazione ferroviaria con collegamenti da/per Luino, Milano, Meina, Verbania, Domodossola
Autobus, linee N20 N23 con collegamenti da/per Ispra, Varese
In battello



trenord.it
trenitalia.com
Consorzio Trasporto Pubblico Insubria
Navigazione Lago Maggiore
SAF Trasporti

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Le uscite di tracciaminima

Qui si trova il racconto di un’uscita - con interprete Lis - organizzata da Tracciaminima lungo questa tappa, con visita al parco dei Lagoni di Mercurago e al Sancarlone.

Ammappala #6

Raccontano di noi

Qui trovi il racconto del giro inaugurale di questa tappa del Cammino del Lago Maggiore

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